
Quando mi capita di far
vedere foto come questa, spesso ricevo commenti del tipo “Ma ancora in questo modo dovete fare? Siete proprio antichi!” o, da chi è un po' più anzianotto e si ricorda di quando si faceva
veramente tutto a mano “Ah, non si fa così, non siete capaci...”.
La verità è che coltivare varietà di Grani Antichi implica, almeno per i primi tempi, di dover eseguire manualmente molte fasi, e questo è possibile solo se si è
mossi da vera passione. Riprodurre varietà quasi scomparse spesso significa dover partire da una manciata di semi, o poco più, rendendo impossibile – o quantomeno sconsigliabile – il processo di
meccanizzazione.
Tra le macchine agricole proprio la mietitrebbia, realizzata per trattare velocemente grandi quantità di cereali, rischia di vanificare buona parte del lavoro di riproduzione: la sua struttura
trattiene al suo interno alcuni chilogrammi del frumento raccolto durante la lavorazione precedente, e ciò comporta sia un non trascurabile rischio di contaminazione, derivante dalla miscelazione
di varietà diverse (che può arrivare al 10-20%), che una perdita di prodotto prezioso. E ciò avrebbe conseguenze inaccettabili sulla semina dell’anno seguente.
Per questi motivi chi coltiva Grani Antichi ricerca e utilizza, assai spesso, mietitrebbie e altri attrezzi agricoli “datati”: queste macchine consentono di lavorare piccole quantità, riducendo
gli sprechi e consentono di prestare una maggiore attenzione al frumento e alla sua qualità.
Lavorare in un modo che a prima vista può apparire antico e faticoso, con mezzi che possono sembrare antiquati, è in realtà un indicatore della pura passione, della caparbietà e del pizzico di
folle pignoleria che sono necessari per riuscire a ricercare e riottenere un prodotto di eccellenza.
Az. Agr. Mattiazzi
Grani Antichi Cavarzere